"Il futuro della Termini-Giardinetti? Non ci sono le condizioni". Intervista a Carlo Andrea Tortorelli

Carlo Andrea Tortorelli in una sua foto pubblicata su Facebook.

 Di progetti su carta per il futuro del trenino "Termini-Centocelle" ex Termini-Giardinetti ce ne sono da anni, compreso quello, resuscitato dall'attuale giunta capitolina, di portare i binari fino a Tor Vergata. La verità è che però nel corso degli anni la realtà è andata in direzione contraria (e ostinata, aggiungiamo citando un noto cantante italiano): guasti, tagli, salto di corse per assenza del capostazione (e già, è una ferrovia quindi serve un capostazione), arretramento della linea con l'avvento della Metro C che però si è trasformata nell'ennesimo fardello del trasporto pubblico di Roma, riuscendo addirittura a perdere passeggeri negli ultimi due anni.

In un video realizzato su uno dei tram che passano su via Prenestina il presidente della commissione Trasporti Enrico Stefàno afferma che non ci sarà nessun abbandono delle ferrovie ex concesse. "Non sono computate dopo il 2019, il contratto di servizio non dipende da Roma Capitale ma dalla Regione, quindi non può essere inserita nel piano di concordato in quanto vanno inseriti elementi certi".

Avendo letto di accuse di fake news o addirittura di posizioni politiche contro l'attuale giunta, abbiamo deciso di intervistare qualcuno che si intende di certi temi anche per gli studi affrontati, oltre che per essersene interessato da anni. Molti lo conoscono come Trenino Blu, scrive su Odissea Quotidiana e Romanderground: al secolo Carlo Andrea Tortorelli, che abbiamo raggiunto confermandoci una situazione catastrofica.

- Dopo la notizia che Atac possa abbandonare le ferrovie ex concesse, come la ex Termini-Giardinetti (ora Centocelle), in molti non l'hanno presa bene...
La preoccupazione da parte degli utenti è legittima, ci si chiede "che succede dopo il 2019?".

- Ecco, che cosa sta succedendo?
Atac ha presentato un piano industriale per il rientro del debito e i pagamenti dei fornitori. le tre ferrovie urbane tra cui la Termini-Giardinetti, non sono gestioni in house, ma affidate dalla Regione Lazio come fosse un privato, per normativa europea nel 2019 il trasporto pubblico deve andare a gara.

- Atac in tutto questo perché si sta muovendo in questa maniera?
Atac si trova davanti una questione di regolamenti e di leggi, perché avrebbe avrebbe tutto l'interesse in realtà. Il contratto scade nel 2019 e Atac non avrebbe interesse a mollare queste ferrovie perché sono una gallina dalle uova d'oro: un bando di gara che oggi ha un valore di 100 milioni di euro, da contratto di servizio per ogni km percorso atac riceve 20 euro, mentre per le metropolitane mi sembra siano 16-17 euro. un prezzo fisso che conviene producendo km sulla Roma-Giardinetti.

- Quale è il ruolo di Roma Capitale?
Il Comune ha fatto la "mossa" del concordato per prorogare l'affidamento in house fino al 2022 ma questo non vale per le ferrovie ex concesse, che seguiranno un altro percorso. In una vecchia commissione mobilità Enrico Stefàno aveva promesso la riapertura nel 2018. Secondo me non avverrà nemmeno per il 2019, non ci sono i presupposti.




- Cosa glielo fa pensare?
Servirebbe il rifacimento della pensilina a Torre Maura ad esempio, "terremotata" come quella a Laziali, se non si abbatte nemmeno possono passare i treni. Così come il rifacimento della stazione di Centocelle, rifatta ai binari 1 e 2 ma gli scambi andrebbero rifatti anche sui binari 3 e 4, poi il rifacimento del piazzale a Laziali. L'esempio più assurdo i lavori stradali a largo Alessi, dove ci sono binari consumati e limite a 5 km h, beh non si sono rifatti i binari ma solo l'asfalto, quindi in futuro si dovrebbe disfare ciò che si è fatto. Servono azioni che richiedono un bando di gara che, solo per l'aggiudicazione (dando per scontato che già abbiamo trovato i soldi) servono almeno sei mesi.

- ...e invece come stiamo messi?
Tempi lunghi, anzi tragici, sia dal punto di vista regionale che comunale..se si pensa che in regione prevedevano per dicembre di scrivere il bando per la rimozione della pensilina a Laziali! Se almeno ci fossero dei bandi di gara potremmo almeno ragionare sui tempi di riapertura.

- Ma quindi quante possibilità ci sono di vedere la riapertura della linea addirittura portandola fino a Tor Vergata?
Difficile che il Comune, dopo il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) possa investire su una ferrovia della Regione su cui rischia di non avere più nemmeno la gestione dopo la gara. Al momento non c'è nemmeno un bando per mettere a gara le tre ferrovie urbane di Roma...

- Non pensa che questi passaggi nebbiosi abbiano avuto un obiettivo di fondo, lentamente ma progressivamente, volto alla chiusura della ferrovia anche in virtù di un allargamento di via Casilina per le auto?
Per rispondere alla sua domanda bisogna porsene un'altra: chi mai nel 2019 si presenterà ad una gara per prendere in gestione una linea malandata con treni di 80 anni fa?

- Le altre due linee ferroviarie Roma-Lido e Roma-Viterbo hanno ottenuto finanziamenti, il "trenino" solo 3 milioni per la messa in sicurezza.
Tre milioni purtroppo sono spiccioli. Ci rifaranno al massimo le pensiline. Purtroppo temo la chiuderanno nel 2019 con Zingaretti riconfermato in Regione...e la Meleo che dirà "noi la stavano rilanciando nel PUMS, ma voi ce lo avete impedito". Il solito teatrino politico.

- C'è da chiedersi a questo punto come sia possibile aver trattato così una linea che, come ha descritto, ha ricevuto circa 100 milioni l'anno...
Purtroppo Atac tratta malissimo le concesse perchè la Regione non controlla affatto l'operato di Atac. Consideri che fino a qualche anno fa Atac recepiva i soldi per corse effettuate fino a Pantano: siamo stati noi comitati a segnalare alla regione che la linea era limitata a Giardinetti!

- Quindi parte dei soldi è stata usata per altro?
Dove siano andati a finire i soldi extra non è dato saperlo.


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